Lo zafferano è una spezia antichissima, le cui origini effettive sono ancora molto difficili da delineare.
Sembra che la sua diffusione sia partita dall’India, e abbia così poi raggiunto l’Asia Minore, l’Egitto, ed infine l’Oriente.
L’importanza di questa spezia è rimasta invariata nel corso tempo. Già dai tempi degli antichi Romani, infatti, la ricchezza di tale prodotto era tale che a permettersela erano solo le famiglie ricche e agiate dell’epoca. Essi, però, oltre che per uso alimentare, erano soliti usare lo zafferano anche per altre operazioni, come tingere tessuti, profumare stanze e bagni imperiali.
Sebbene, ad oggi, il più grande produttore al mondo di zafferano sia l’Iran, seguito dall’India, in Europa la Spagna si distingue per la quantità di prodotto, ma l’Italia per la sua qualità.
Ne sono un esempio le diverse varietà di zafferano, con marchio DOP, prodotte nel nostro territorio come quelle di Sardegna, Toscana e Abruzzo.
Ma la qualità dei terreni, l’esposizione solare e la maestria degli agricoltori riescono a fare una grande differenza qualitativa anche in altre zone della nostra penisola.
Senza bisogno di cercar troppo lontano da casa nostra, infatti, anche qui nell’Agro Pontino ci sono ottime produzioni di questo prodotto, e ad insegnarcelo sono le colline di Cori e San Felice Circeo.
E’ qui, infatti, che tra la fine di Ottobre e l’inizio di Novembre c’è l’esplosione di una nuvola di fiori violetti.
Da questo momento, ogni giorno per una ventina di giorni, vengono raccolti a mano, uno ad uno, i fiori fioriti che in soli sei petali raccolgono un cuore filamentoso rosso. L’operazione di raccolta si svolge ogni mattina, prima che i fiori si schiudono e che il sole comprometta le loro proprietà.
Una volta raccolti, nel giro di qualche ora, si procede con il processo di trasformazione dello zafferano da fiore in spezia.
Questa è un’operazione importantissima ma fondamentale per preservare la qualità del prodotto che tende a diminuire molto facilmente col passare del tempo.
Terminate queste prime fasi, dunque, i fiori vengono separati dagli stimmi ed essiccati a 45°C dove, con il solo rimanente 5-10% di umidità, il loro peso cala di circa 1/6.
Gli stimmi rimanenti, infine, vengono prelevati e confezionati in vasetti di vetro.
A godere di questo prodotto, però, non siamo solo noi buongustai ma anche le api che, amanti di questo fiore, si ritrovano spesso al suo interno regalandoci così un magnifico derivato: il miele allo zafferano.
Oltre alla sua splendida e tipica cromia, a caratterizzare lo zafferano sono anche le oltre 100 sostanze volatili aromatiche che, insieme alle sue proprietà, rappresentano una miniera di sostanze benefiche.
Lo zafferano è infatti considerato il re degli antiossidanti, in quanto con le sue peculiarità, aiuta a contrastare l’invecchiamento, a stimolare il metabolismo, a favorire le funzioni digestive e rappresenta una fonte inesauribile di vitamine, come la vitamina A, B1 e B12.
SAI CHE..?
Per ottenere 1kg di zafferano occorrono 200.000 fiori.